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Campionati Nazionali Giovanili classi in doppio: in acqua per un po’ di didattica

Dom, 31/08/2014

 

Pubblichiamo una dettagliata cronaca realizzata dal Tecnico federale Marco Iazzetta, Responsabile informatico della Formazione e analista della prestazione della Squadra olimpica, che ringraziamo per questo prezioso contributo, relativa alla terza regata del giorno disputata venerdì dagli Hobie Cat 16 Spi, la nona in totale per i catamarani impegnati ai Campionati Nazionali Giovanili classi in doppio di Formia. Si tratta di una completa e accurata analisi che consigliamo di leggere, poiché estremamente formativa.

Il campo di regata era orientato per 250°, 11 nodi di vento e acqua piatta.

Nella prova precedente, il campo era orientato per 245°, quindi c’è stata una leggera rotazione stabile a destra, vento in aumento, segnali di brezza sui monti a destra della barca comitato.
Facendo un rilevamento da estremo sinistro della linea, la barca comitato era per 337°, quindi rispetto all’asse del campo di regata 92°, cioè con 2 gradi di vantaggio in boa.
Durante la procedura di partenza il vento è girato a sinistra di 5 gradi, rilevamento 240°, quindi sula linea c’era un vantaggio di 7 gradi in boa che è un vantaggio abbastanza importante. Su 240 metri di linea circa, chi parte in zona 3 può avere con barche veloci come gli Hobie Cat 16, che hanno angoli di virata ampi, anche un vantaggio di un 20% della distanza, quindi 8 lunghezze.

Nella partenza il numero velico 112556 (Lorenzo Casamenti e Filippo Sgolacchia) è partito in pin. Dalla foto e dal video si percepisce abbastanza bene, stando attenti all’angolo al vento con cui le barche attraversano la linea, quanto il vantaggio in boa di 7 gradi produca un vantaggio importante per chi parte in zona 3, rispetto a chi parte in zona 1.

Subito dopo la partenza c’è stato un ulteriore giro di vento a sinistra (5 gradi, 235°- 240°).
Le barche sulla sinistra del percorso hanno virato in momenti diversi. Quelli che hanno virato presto, facendo l’attraversamento del campo nella prima metà della bolina, hanno inizialmente goduto dell’ulteriore giro sinistro, ma dopo hanno cominciato ad abbassare le prue sensibilmente.
Coloro che hanno invece continuato più profondi sulla sinistra, anche utilizzando l’influenza della punta di Gaeta, hanno potuto navigare per più tempo con vento sinistro. La pulsazione delle oscillazioni li ha prima costretti a navigare in “modalità bassa”, cioè cercando la velocità perché il vento stava pian piano tornando a destra, ma un nuovo giro a sinistra nell’ultimo terzo di bolina li ha fatti entrare tutti prima in boa.
Anche 112556, che ha rotto il trapezio del prodiere con caduta in acqua di Filippo, ha comunque girato bene la prima boa di bolina proprio perché era tra coloro che si erano tenuti più a sinistra.
Tutti coloro che sono stati a destra nell’ultimo terzo di bolina sono arrivati troppo alti in lay line, ben 5 lunghezze, lasciando ampio margine al gruppo che entrava dal centro e da sinistra per girare la bolina avanti.
Per i non pratici di Hobie 16, non deve scandalizzare questo dato, che per un equipaggio di 420 sarebbe fuori dal mondo. Arrivare in spalla con questi catamarani, in cui le lay line si prendono da molto lontano, volendo minimizzare le virate e avendo angoli di bolina estremamente variabili a seconda dell’intensità del vento, è una cosa frequente. Succede in modo analogo con i windsurf, quando ci sono condizioni di “marginal planning”, cioè quando non si è in planata piena, ma si deve correggere la rotta o magari pompare per mantenerla.
Quello che è importante ricordare su questa barca, è che avendo la possibilità di accelerare molto navigando in bolina larga, è molto importante sapere navigare bene in modalità bassa, aprendo bene il fiocco e il carrello randa, alzando la pala del timone sopravento e spostando bene il peso indietro.
La possibilità di accelerare così tanto, recuperando rapidamente tutto lo spazio lasciato per aver virato tardi è quasi unicamente di questa barca. Un Formula 18 o un Nacra 17, o comunque qualsiasi altro catamarano con deriva, non riesce a minimizzare l’errore in modo così evidente ed efficace.Questa stessa modalità di navigazione è essenziale nel lato di traverso tra la boa di bolina e l’offset. Poter accelerare al massimo senza scomporsi per iniziare la manovra d’issata prima del necessario, è un ingrediente vincente in questo lato. In questa prova Ugolini-Zizzari hanno navigato meglio di tutti gli altri sul lato al traverso, aumentando il vantaggio acquisito in bolina.

La flotta ha fatto un po’ fatica a trovare soluzioni per recuperare terreno durante i laschi.
Nel momento del massimo sinistro con vento d’intensità omogenea su tutto il campo, soltanto Caterina degli Uberti e Silvia Concutelli hanno azzardato a strambare subito dopo la boa, posizionandosi al centro del campo in modo da difendere comunque il lato lungo mure a dritta, ma cercando di essere interni rispetto alla flotta. Questo posizionamento era utile per essere i primi sul giro di vento, nel caso il vento fosse ritornato progressivamente a destra e una buona occasione di presentarsi mure a dritta all’incrocio con gli altri che si erano tenuti più alti.
Nella bolina successiva il vento ha continuato la sua oscillazione a destra in modo più persistente, andando a destra prima a 254° e poi anche fino a 260°-265° un po’ come indicava la previsione meteo. (vedi modello giallo chiaro sotto).

Nello specifico, un utile indizio per prevedere la prima rotazione a destra era l’aumento del vento verso 13 nodi dai 10-11 dell’inizio della prova.
Un altro segnale utile per avere indicazione di questo salto destro persistente è arrivato dalla costa, con una nuvola che ha cominciato a salire in modo evidente. Aria che sale, cioè calda = bassa pressione e quindi aumento della brezza e conseguente rotazione progressiva a destra dovuta alla forza di Coriolis. 

Nell’ultimo lasco, Ugolini-Zizzari avevano consolidato un distacco di oltre 30 lunghezze ma nonostante questo si sono preoccupati nel lato di poppa di posizionarsi sempre tra avversari e arrivo. Anche se il distacco avrebbe permesso di allungarsi senza grossi rischi su un lato del percorso minimizzando le manovre, il fatto di preoccuparsi del posizionamento è comunque un buon metodo per mantenere la concentrazione fino alla fine della prova e ridurre i rischi dovuti agli eventuali salti di vento.
Complimenti a Gigi Ugolini e Giulio Zizzari, che hanno condotto un ottimo campionato oltre ad aver vinto con un minuto e 52 secondi di vantaggio la terza prova del 29 agosto.
Sugli Hobie Cat 16, come su tutti i catamarani, la piramide delle capacità per regatare bene si fonda sulla conduzione e la capacità di manovrare (Boat Handling), poi la velocità (Boat Speed) e in fine la tattica di regata. Il vantaggio quindi rispetto ad altre classi è che si può progredire molto in regata anche solo migliorando e lavorando sodo sul Boat Handling, capacità che si allena anche da soli, stando molte in acqua in tutte le condizioni meteo.

Chiaramente tutto il resto è essenziale per riuscire a fare risultati a livello internazionale.